Robert Mapplethorpe, Patti Smith, 1979
“Non mi piace la parola ‘scioccante’. Sto cercando l’imprevisto. Sto cercando cose che non ho mai visto prima”, disse Robert Mapplethorpe ad ARTnews nel ’88. L’anno successivo, il fotografo fu attaccato dai politici repubblicani, dalle organizzazioni religiose e dai contribuenti conservatori che vedevano il suo lavoro come osceno e blasfemo. Quando questa maggioranza morale è riuscita ad impedire l’apertura della sua mostra alla Corcoran Gallery di Washington, questa decisione ha acceso un dibattito nazionale sulla libertà di espressione. Le sue fotografie rappresentano scene S&M attraverso la bellezza, estetica classica, rendendolo per alcuni un maestro e per altri un mostro. Venticinque anni dopo Mapplethorpe ha mandato in delirio gli States: qui ci sono cinque motivi per cui la sua vita e il suo lavoro oggi sono più importanti che mai.
La sua relazione con Patti Smith ci ha insegnato qualcosa sull’amicizia e sul destino. Mentre studiava Graphic Art al Pratt Institute di Brooklyn negli anni ’60, Mapplethorpe ha incontrato la donna che diventò la sua amante, la sua migliore amica e la sua collaboratrice creativa. Un’affamata e senzatetto Patti Smith, che ha raccontato poeticamente la loro mitica e ventennale relazione nel suo libro Just Kids. New York è cambiata drasticamente da quando i due sognatori si dividevano i panini a Tompkins Square Park, si rannicchiavano nello squallore all’Hotel Chelsea e uscivano con Andy Warhol al Max’s Kansas City. Detto dalla stessa Patti: tra l’aumento del costo della vita, i prestiti agli studenti e sempre meno opportunità lavorative, i giovani creativi talentuosi di New York sono oggi economicamente più deprivati che mai. Patti e Robert ci ricordano quanto sia importante il cameratismo creativo e le amicizie che durano attraverso sfide e successi.
Ha reso bellissimi soggetti che la società considerava orrendi. Mentre Mapplethorpe scattava qualsiasi cosa, da busti classici a fiori delicati, sono stati i ritratti di soggetti sessuali a renderlo un bersaglio primario per le accuse di oscenità dei conservatori. Ma lui non ha semplicemente documentato questi accoppiamenti interrazziali, atti omoerotici e pratiche sadomasochiste; ha elevato questi soggetti allo stato dell’arte. Sì, ha fatto delle foto a un uomo che urinava nella bocca di un altro uomo e un autoritratto di una frusta inserita nel suo ano, ma queste sono innegabilmente delle immagini bellissime. Osservate come la luce dalle imposte della finestra crea delicate striature sui corpi dei suoi soggetti, e come danzano le sue ombre. Mapplethorpe ha cercato di colpirci allo stomaco con la bellezza di questi soggetti quando la società li riteneva orribili e sbagliati. L’industria della moda oggi ha tratto beneficio specialmente da questa revisione degli standard di bellezza che si spingono oltre i limiti. Prendete Meadham Kirchhoff, ad esempio. La sua sfilata primavera/estate 15 Reject Everything aveva come colonna sonora le voci di conservatori che vomitavano il loro bigottismo sulle onde radio e alberi decorati con assorbenti insanguinati. Il brand organizzato un casting aperto osservando più di 400 corpi di ogni forma e taglia prima di selezionare un gruppo di outsider eclettici per impersonare la bellissima follia della collezione. Venticinque anni dopo, è una conferma vedere che la coppia oggi viene elogiata per la propria audacia quando invece Mapplethorpe venne perseguitato per la sua.
La censura del suo lavoro, ancora!, solleva importanti questioni sull’arte e sull’oscenità. Durante gli anni ’80, il pendolo ha iniziato a spostarsi verso un’America socialmente e politicamente più conservatrice. La National Endowment for the Arts, un’organizzazione federale che dà supporto e finanziamenti alle mostre artistiche, si è trovata rapidamente a lottare per la propria sopravvivenza. Una delle mostre di Mapplethorpe, un’esposizione itinerante intitolata The Perfect Moment, è stata parzialmente finanziata con i soldi della NEA e perciò diventò velocemente un bersaglio. Prima che la mostra aprisse alla Corcoran Gallery di Washington DC, il Parlamento minacciò di staccare la spina al finanziamento federale della galleria se avesse deciso di esporre le immagini provocatorie di Mapplethorpe. La Corcoran alla fine si piegò alle pressioni del governo e The Perfect Moment finì. La crociata conservatrice sollevò importanti questioni che perdurano ancora oggi: cosa rende un’opera d’arte “oscena”, e chi può deciderlo? L’artista e regista canadese Bruce La Bruce ha recentemente parlato con l’Arts Editor di i-D Kathy Grayson riguardo all’affrontare simili censure per il suo materiale con soggetti sessuali (la dogana canadese in realtà ha sequestrato il suo lavoro per gli stessi motivi di “oscenità”).
Il suo lavoro dimostra il potere politico dell’arte. Nel 1990 il lavoro di Mapplethorpe causò nuovamente una violenta reazione politica quando il Contemporary Arts Center di Cincinnati e il suo direttore finirono in un processo penale a causa dei contenuti di una mostra. Nonostante la giuria ritenesse le immagini oscene, difesero la loro bellezza e il merito artistico e il caso venne respinto. In seguito al verdetto, l’ex presidente del NEA William Ivey descrisse Mapplethorpe sul New York Times come “l’unico che ha fatto uscire il genio dalla lampada e ha dimostrato il potere delle immagini nel creare conflitti politici intorno ad opere artistiche.” Questo potere politico dell’arte oggi cresce solo in maniera superficiale. Con le Pussy Riot gettate in un campo di lavoro siberiano per le loro canzoni punk femministe e giovani iraniane incarcerate per aver ballato su Happy, è oggi più importante che mai ricordarci che l’arte può rapidamente diventare un campo di battaglia sociale e politico.
Ci ha insegnato a dubitare delle autorità. Le implicazione del lavoro di Mapplethorpe e le conseguenti reazioni negative vanno ben oltre i muri di una galleria o del piano di un dibattito congressuale. In un’epoca in cui un capezzolo ti fa sospendere l’account di Instagram e in cui ancora non puoi sposare la persona che ami, la questione Mapplethorpe mostra quanto velocemente quelli che hanno il potere si affrettino a proteggerci da ciò che loro ritengono “osceno” o “offensivo”. Mapplethorpe ci dà un nuovo modo di vedere tutto ciò, persino 25 anni dopo. E oggi ne abbiamo più bisogno che mai.
Credits
Text Emily Manning
Photography © Robert Mapplethorpe Foundation. Used with Permission. Courtesy Galerie Thaddaeus Ropac Paris/Salzburg